I vecchi, i giovani, la società. Parliamone!
Tutto cambia e non sempre in meglio. I vecchi, i giovani, la società. A tal proposito abbiamo deciso di realizzare un inserto speciale ed allegarlo al nostro magazine Burnìa poiché crediamo che oggi forte sia il bisogno di fermarsi, di pensare, di riprendersi il tempo perduto e ridare il giusto valore ad alcuni argomenti. Senza retorica, e con
un forte legame, i ragazzi ed i vecchi (e non anziani), li chiameremo così, senza quella connotazione negativa, di peso, di inutilità, che ha assunto in questi ultimi decenni moderni questa parola.
Dice un proverbio africano: “il giovane cammina più veloce del vecchio ma il vecchio conosce la strada”. Ecco in breve riassunto il motivo del nostro inserto. La nostra volontà di far riflettere. La necessità che si ricostruisca un legame forte tra le due parti e si riassegni il giusto valore sociale e culturale. Per il bene di tutti.
Nell’articolo di Claudia Ribaudo si affronta il sempre più attuale tema dell’azione educativa dei giovani, tra scuola e famiglia, e della necessità di una grande comunità permanente.
Nell’articolo di Marco Briguglio l’analisi ed il confronto tra le società pre-industriali, in cui il vecchio rappresentava il pilastro portante della famiglia e della società, considerato il più saggio e rispettato perché dotato di maggiore esperienza, e le società industriali e post-industriali di oggi, in cui il suo ruolo è considerato un peso socio-economico.
Da leggere con attenzione l’interessantissimo articolo di Monica Cecere sul perché “vecchio” e “vecchiaia” vengono associati a “brutto”. E tanto altro…
In questo periodo Natalizio, e per il nuovo anno, riflettiamo, abbandoniamo le illusioni di una modernità che ci ha trascinato lontano, distanti dalla nostra cultura e dalle nostre tradizioni, dai nostri cari, torniamo ad amare, a valorizzare e a stare vicino ai vecchi ma non per questo inutili e senza vita. Perché, come ha dichiarato Yoko Ono, “Alcune persone sono vecchie a 18 anni e altre giovani a 90. Il tempo è un concetto creato dagli umani”.
Francesco Cicerone