Non solo una battuta, c’è tanto di vero nel dire che l’olio Vitale di Balestrate è davvero buono, benefico, di ottima qualità. Innanzitutto, perché proviene da diversi terreni dei comuni del golfo di Castellammare (e limitrofi), è interamente italiano, senza miscugli vari, poi perché le piante vengono amate, gestite e coltivate direttamente da proprietario con maestria, partendo dal suolo, senza potature eccessive, con trattamenti biologici.
L’olio EVO va certamente conosciuto, assaggiato, se ne deve conoscere la storia, l’azienda e come è stato il suo percorso prima di arrivare sulle nostre tavole. Sono quindi andato di persona al frantoio di contrada Tavolata e qui, dopo una comprensibile iniziale diffidenza, ho incontrato il titolare Rosario Vitale. Dalla parlantina a mitraglia, dinanzi a me un uomo forte, appassionato, tenace, che ha ripreso con ingegno e qualche difficoltà, alla morte del padre, l’azienda di famiglia.
È stata una chiacchierata illuminante in cui il tempo è scorso velocemente: “Alla morte di mio padre Salvatore Vitale (fondatore dell’azienda nel 1996) avvenuta nel 2018 – afferma R. Vitale – anno per me tremendo per tanti motivi, tra cui un licenziamento ed una causa personale che ho superato dopo 4 anni venendo assolto con formula piena, avevo dinanzi due possibilità: chiudere l’azienda oppure rilanciarla. Siamo stati molto audaci, io e le mie sorelle, nonostante le perdite ed un periodo non certamente favorevole, abbiamo ripreso l’azienda di famiglia per dargli nuova vita, anche per i nostri nipoti, affinché possano restare qui e portare avanti l’amore per la terra e per l’oro verde”.
Ed in questi ultimi anni Rosario Vitale ha rinnovato e rischiato, diversificando le attività, tagliando i rami secchi, fino a comprendere quanto siano importanti anche i servizi che ruotano attorno all’olio, le consulenze agrarie, arrivando a gestire più di 65 ettari di terreno e dando lavoro durante l’anno a circa 20 persone, “tutte messe in regola” ci dice con fierezza più volte.
Gli chiediamo come si presenta la nuova stagione olivicola: “è alle porte un’annata non ricca di olive ed olio, ci sono stati tanti aumenti, c’è olio di bassa qualità e poco sicuro che arriva anche qui dal Maghreb, il settore per vivere ha bisogno di rivedere diversi aspetti. C’è certamente apprensione. A noi non interessa vendere lo pseudo olio denominato extravergine che si trova al supermercato, ci interessa e stiamo puntando sulla qualità”.
La nuova azienda Vitale gestisce gli uliveti, li cura, li nutre, fa accordi con i piccoli produttori, crea circuiti, mette in atto interessanti azioni di marketing, di collaborazione, gemellaggi, “azioni geolocal”, partendo dal territorio ma agendo anche in maniera globale, spedendo all’estero, comprendendo quanto siano importanti le partnership, non ultima quella con una pizzeria di Frosinone.
“Il rispetto per il lavoro – è sempre l’irrefrenabile Vitale a parlare – e la sicurezza dei prodotti che portiamo in tavola può sembrare qualcosa di scontato. Invece, purtroppo, molto spesso non lo è. Per una filiera di valore occorrono impegno, investimenti, progetti e pianificazioni. Quelle a venire saranno stagioni piene di iniziative da realizzare, in memoria di mio padre, e di quello che avrebbe voluto portare avanti negli ultimi mesi della sua vita, un programma di rilancio aziendale ma ancor di più associativo a tutela dei produttori olivicoli del territorio”.
Viva l’oro verde, ricchezza dei nostri territori, viva il cibo sano e buono, e nulla è più appropriato della frase di Ippocrate: fa che il Cibo sia la tua Medicina e che la Medicina sia il tuo Cibo.
Francesco Cicerone