Al Museo Riso, in corso Vittorio Emanuele n. 365 a Palermo, si potrà visitare dal 7 ottobre, con l’inaugurazione dalle ore 18:00 e fino al 6 novembre 2022, la mostra fotografica di Zino Citelli dal titolo “Azolo. Rovine tra luci e colori” dedicata a Poggioreale che sorgeva nella valle del Belice distrutta dal terremoto che si verificò nella notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968; oggi un borgo fantasma, dalle atmosfere tetre che comunicano un senso di abbandono e l’impossibilità di restituire alla comunità il paese irrimediabilmente perduto. La mostra fotografica sarà esposta presso l’ala nuova del primo piano del Museo Regionale d’arte contemporanea Belmonte Riso da martedì a sabato dalle ore 9:00 alle 18:30 – festivi: 9:00 / 13:00. L’esposizione è organizzata dall’associazione “Labirinti Ideali” presieduta da Mimmo Di Mercurio ed è curata da Monica Cecere e Maria Muscarello. Il progetto è patrocinato dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Le immagini di Citelli narrano attraverso le emozioni di uno scatto il ricordo di un luogo che un tempo non lasciava traccia di sé se non all’interno del comprensorio: paradossalmente, “le luci della ribalta” si sono accese 54 anni fa su Poggioreale per raccontare l’evento drammatico di cui fu protagonista. Ed è proprio tra le macerie di Poggioreale che è iniziato sei anni fa il viaggio di Zino Citelli che, attraverso il colore e la luce, ha voluto “restituire” un volto a questo luogo martoriato dal terremoto.
“Le foto esaltano i dettagli dei colori – spiega il fotografo – e le forme illuminate dai fasci di raggi di luce che si insinuano nelle voragini tra le macerie. Ho cercato di restituire un’idea di bellezza ad un luogo perduto ed anche per preservare i resti di una comunità che meritava di poter conservare una memoria costruttiva ed è stata invece costretta prevalentemente ad emigrare”. E ancora: “Le tracce delle immagini fotografiche sono incentrate sui dettagli, sulle sfumature e sui colori che il tempo sta pian piano sbiadendo. Una testimonianza di vita e di rinascita che può vincere il sentimento di abbandono e di morte, almeno nella proposizione artistica che, attraverso il fotoreportage, valorizza la simbiosi virtuosa natura e memoria sublimando nella ricerca dei colori forti, il senso dell’abbandono e dell’incuria che ancora purtroppo caratterizza il comprensorio del Belice”.
Serena Marotta