
Nati in Sicilia, i distretti del cibo rappresentano un modello virtuoso di programmazione territoriale che è stato esportato a livello nazionale. Nei mesi scorsi la Commissione UE dell’ARS ha approvato una risoluzione per impegnare il Governo regionale a un cofinanziamento di otto milioni e 300 mila euro dei quattro programmi di distretti siciliani che hanno partecipato all’Avviso del MIPAAF n. 10898. La risoluzione, presentata dai deputati Angela Foti, vice presidente dell’Ars, Jose Marano e Valentina Zafarana, è stata votata all’unanimità.
Per la Sicilia, i quattro progetti sono stati presentati dal Distretto delle filiere e dei territori di Sicilia in rete, il Distretto Sikania Bio Mediterraneo, il Distretto Slow Pane e Olio e il Distretto del Sud-Est siciliano, e mirano a rafforzare le filiere produttive, a promuovere i territori con le produzioni tipiche siciliane, a promuovere il Turismo Relazionale Integrato, l’economia circolare e la transizione verso sistemi alimentari sostenibili. I progetti nel loro complesso impegnano risorse finanziarie pari a circa 54 milioni di euro, con notevoli investimenti da parte delle imprese. Progetti che fanno proprie le indicazioni delle istituzioni internazionali e nazionali come l’Agenda 2030 e la strategia Farm to Fork, che è al centro del Green Deal europeo.
Tra gli obiettivi principali quello di attivare un processo organico e strutturato di valorizzazione dell’agroalimentare siciliano e dei comparti produttivi collegati, attraverso nuove forme di sviluppo integrato, territoriale e di filiere che utilizzano in forma integrata e coordinata i fondi strutturali europei SIE (FEASR, FEAMP, FESR, FSE, FC), operando nella logica di Cluster, cioè di “Rete Strutturata di Partenariato Pubblico Privato Agroalimentare Regionale” coinvolgendo tutti gli attori istituzionali, economici e sociali.
Occorre fare sistema per utilizzare meglio le risorse umane e finanziarie disponibili ed essere più competitivi. Il territorio, il cibo, l’agricoltura, le zone rurali svolgono oggi un ruolo che va molto al di là dell’accezione di settore produttivo convenzionale: significano ospitalità turistica, esprimono marchi di fama internazionale, implicano un’attenta gestione del territorio, del paesaggio, dell’ambiente, la salvaguardia dell’ecosistema e di risorse preziose come l’acqua e l’aria, indicano nuove possibilità di approvvigionamento di energia, possono fornire materie prime ecosostenibili per altri settori produttivi, sono l’emblema di una corretta e sana alimentazione.
Francesco Cicerone